Accogliere è sempre più di una porta che si apre, significa soprattutto essere disposti ad IN-CONTRARSI.
L’unico modo per incoraggiare onestamente le persone ad affidarsi e condividere qualcosa di sé consiste nell’impiegare noi stessi: essere disposti ad esporre parte delle nostre esperienze simboliche, a rivelare il nostro sistema di credenze, valori, convinzioni, conoscenze e sentimenti, chiedendoci continuamente quanto siamo disposti ad accogliere l’altro e a dargli qualcosa di noi.
L’obiettivo del laboratorio è di permettere a ciascun volontario di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto alle proprie capacità di condurre un colloquio d’aiuto, stemperando le insicurezze e lavorando sulla motivazione a volersi impegnare in questa attività dell’associazione piuttosto che in un’altra.
Tematiche trattate:
“Il mio colloquio…”
Analisi delle aspettative e motivazioni del gruppo di lavoro; tipologie di colloquio; la relazione, le competenze relazioni e l’empatia
“Io sono uno strumento”
Atteggiamenti e giudizi personali nei confronti delle tematiche del disagio e la dipendenza; centralità del conduttore del colloquio
“Emozioniamoci”
L’importanza delle emozioni nel colloquio e la capacità di riconoscerle e viverle
“Ecco come sono!”
La comunicazione
“Ascoltami quando non ti parlo”
L’ascolto
“Danziamo insieme…”
Accenni ad alcune caratteristiche e tecniche per la conduzione del colloquio d’aiuto
Periodo di svolgimento: Autunno-Inverno 2015/2016
Sede di Faicchio: tel. 3403074161
“Quando li guardo, devo poter trovare parte di me; quando mi guardano, voglio che trovino parte di se stessi.
La capacità di vedersi a vicenda come esseri umani è fondamentale…”
(Whithaker)
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